Carlo Bergonzi
Carlo Bergonzi apprese i primi rudimenti dell' liutaria come garzone e quindi come addetto alle riparazioni nella bottega di Stradivari, in Piazza San Domenico. Fu successivamente allievo di Girolamo Amati e collaborò più tardi anche con Giuseppe Guarneri. Aprì la bottega come restauratore e non si dedicò subito alla creazione di strumenti nuovi. In seguito, fu in grado di produrre una liuteria d'eccellenza, basata proprio sui disegni di Stradivari e Guarneri.
I suoi strumenti evidenziano una grande bellezza di forme ed una notevole purezza di suono; portentosa è la scultura delle chiocciole e splendida la vernice.
Una sua caratteristica è la collocazione delle "f" un po' più in basso rispetto a quelle di Antonio Stradivari ed in alcuni particolari sembra accostarsi allo stile dell'altro grande liutaio Guarneri detto del Gesù.
Alcuni esperti ritengono che egli abbia mirato a fondere insieme le migliori qualità dei sue famosi "maestri" cremonesi.
Esistono oggi molti violini che riportano nell'etichetta il nome di Carlo Bergonzi, ma pare che non tutti siano da attribuire a questo autore, bensì ai suoi figli. Vi sono tuttavia copie marchiate non autentiche (talvolta di epoca antica anche di pregevole fattura).
La scuola di Carlo Bergonzi proseguì con i figli Michelangelo (1722 - 1770, secondo alcuni autori, invece, 1721 - 1758), che pare non abbia avuto nessun allievo forse a causa della morte precoce, e Zosimo. Quest'ultimo invece fu maestro dei suoi figli Nicola (1754 - 1832) e Carlo II (1757 - 1836).
Nicola si impegnò con caparbietà per eguagliare la raffinatezza del nonno; all'atto pratico però i suoi strumenti non reggono il confronto. Carlo II è il liutaio meno conosciuto della famiglia e pare che abbia collaborato solo saltuariamente con il fratello Nicola e che si sia dedicato maggiormente allo studio e alla costruzione di chitarre, limitandosi alla realizzazione sporadica di violini e viole.